Il comune di Cazzano di Tramigna dista 23 kilometri da Verona è comprende le frazioni di Campiano, Costeggiola, Monti e Pissolo. Nel territorio sono state scoperte alcune epigrafi di epoca romana, una delle quali è murata all'interno della chiesa parrocchiale.
La Chiesa di San Giorgio Martire è la chiesa parrocchiale e fu costruita alla fine dell'800, sulle spoglie di un edificio precedente. Della costruzione più antica si conservano ancora oggi tracce di affreschi del XVI secolo, l'altare maggiore e la fonte battesimale ottagonale in marmo rosso, datati XV secolo e un tabernacolo in tufo.
Il Santuario di San Felice è situato in una bellissima posizione panoramica. La chiesa, secondo la tradizione, fu consacrata da Papa Lucio III nel 1185. La facciata presenta ancora elementi di periodo romanico. All'interno si possono ammirare affreschi risalenti al XIII e XIV secolo, realizzati in parte da Maestro Cicogna.
La Chiesa di San Pietro in Brian è stata costruita all'inizio del XVI secolo. L'edificio sorge sulle pendici del colle che domina sul paese di Cazzano. Nella Chiesa, di stile romanico, possiamo ammirare affreschi di particolare valore, attribuiti, anch'essi, a Maestro Cicogna.
Nel centro del paese si trova una risorgiva, chiamato il Fontanone o il Lago della Mora, in onore della mora, la regina delle ciliegie veronesi. Le acque della risorgiva provengono dal Monte Bastia e dalla vicina valle di Illasi. Al centro del Lago della Mora è stata collocata nel 2008 una statua di San Giovanni Nepomuceno.
Il comune di Cerro si trova a 17 kilometri da Verona, sui Monti Lessini. Il nome “Cerro” è legato alla cerro – sughera, una pianta secolare che si trova accanto alla chiesa parrocchiale.
La presenza dell'uomo è documentata a partire dal Paleolitico. Nel XIV, il territorio fu colonizzato dai Cimbri, un antico popolo di origine germanica o celtica.
Non distante dal centro del paese, in cima al Monte della Croce, si trova la Cappella del Redentore. È un edificio di forma ottagonale, costruita nel 1900 e consacrata da Leone X a Cristo Redentore. All'interno della Cappella è stata ricavata una scaletta che conduce ad una balconata esterna, lungo tutto il perimetro, dalla quale è possibile godere di una magnifica vista su tutto il territorio circostante. Nei giorni più limpidi si può scorgere anche la catena dell'Appennino Meridionale.
La Giassara dei Carcerieri è stata costruita 200 anni fa ed è l'unica rimasta delle 27 “giassare” di Cerro. La struttura, caduta in disuso nel secondo dopoguerra, è in buono stato di conservazione. La Giassara dei Carcerieri è composta da un edificio circolare in pietra, usato come deposito per il ghiaccio, e da un portico spiovente. Vicino alla ghiacciaia è si trova anche una pozza circolare. È possibile raggiungere il deposito e il fondo della ghiacciaia con una scala costruita appositamente.
Dal 1990, la Giassara ospita al suo interno il Museo Ergologico, che conserva illustrazioni e descrizione dell'attività di produzione e vendita di ghiaccio dei “giassaroi”.
Il Còale del Mondo si trova nel Vajo della Cacarèta, chiamato così per la presenza di una calcare. Il nome esatto sarebbe Còale di Edmondo, dal nome del proprietario. Il Còale è un antico condotto idrico, scavato nel Rosso ammonitico ed eroso da un torrente. In quest'antro sono stati ritrovati una serie di manufatti, risalenti al Neolitico ed Eneolitico, come punte di frecce e raschiatoi.
Il comune di Colognola ai Colli dista 14 kilometri circa dalla città di Verona e comprende le frazioni di Monte, Pieve, San Vittore, San Zeno, Strà e Villa o Pian, sede comunale. Nel comune è stata rinvenuta la più ricca documentazione romana della Val d'Illasi: iscrizioni di vario tipo, ruderi di una villa rustica, frammenti di epigrafi, tombe e altro ancora.
Tra il V e il Vi secolo sorsero le prime cappelle. Il piccolo oratorio, sorto sulle rovine del tempio di Mercurio, divenne Santa Maria della Pieve, tra l'XI e il XII secolo. L'esterno della Chiesa presenta una struttura molto semplice, priva di elementi decorativi o liturgici. Il campanile romanico fu ricostruito alla fine dell'Ottocento. L'interno presenta tre navate, un altre maggiore e due altare minori, in stile barocco. Numerosi affreschi, risalente tra la fine del XIII e la metà del XV secolo, sono stati riportati alla luce grazie a delle operazioni di restauro. Purtroppo molti andarono persi nel 1630 a causa di un'imbiancatura delle pareti a seguito della peste. Nel Settecento, fu installata la statua della “Madonna con Gesù in grembo”, incorniciata dal dipinto di una “Annunciazione”.
Il comune di Dolcè si trova a circa 30 kilometri da Verona e comprende le frazioni di Case sparse, Ceraino, Colombare, Ossenigo, Passaggio Napoleone, Peri e Volargne. Nella frazione di Ossenigo, fino al 1915, c'era il confine con l'impero austro-ungarico.
A Dolcè sono presenti molti palazzi di interesse storico-artistico, come Villa del Bene, Palazzo Salgari, Palazzo Mondini, Palazzo Guerrieri-Rizzardi, Palazzo Ruzzenenti detto il Casermaggio e Palazzo Tommasini.
In particolare, Villa del Bene si trova nel centro di Volargne. E' la più orientale delle ville della Valpolicella ed è uno dei migliori complessi cinquecenteschi dell'intero territorio veneto.
Dopo i disastri causati dallo scoppio di un convoglio ferroviario carico di esplosivo, bombardato il 21 novembre 1944, la villa fu interessata da una lunga campagna di restauri. Nel 1956, grazie all'acquisizione della Villa da parte dello Stato italiano, ci fu il completo recupero e restauro dell'edificio.
Un vasto ciclo di affreschi cinquecenteschi decora la scala, la loggia sopra il portico, il salone e alcune stanze al piano nobile dell'edificio. Autori di questi affreschi sono i più illustri artisti attivi a Verona, nella metà del Cinquecento: Giovan Francesco e Giovanni Caroto, Domenico Brusasorzi, Bernardino India e Nicola Crollalanza. Nella cappella privata troviamo sei ovali del pittore Marco Marcola.
All'altezza della frazione di Ceraino, l'Adige attraversa una stretta valle tra il Monte Pastello e il Monte Moscal, dando origine a un paesaggio naturale molto suggestivo. Quest'area è nota come la Chiusa di Ceraino e si estende per circa 2,5 kilometri.
La particolare conformazione geografica ha dato all'area una certa rilevanza strategico-militare. Nei pressi della Chiusa, esattamente a Rivoli veronese, Napoleone condusse un'importante battaglia contro gli Austriaci (1797). Durante la dominazione austriaca, intorno al 1850, nella zona furono costruiti quattro forti, tutt'ora esistenti.
Altro luogo d'interesse è la Spurga delle Cadene o di Peri, situata tra Peri e Fosse. La Spurga delle Cadene è una grotta ricca di salette, la più particolare è la Sala bianca, piena di minerali, molto simile alle grotte del Carso.
Il Comune di Fumane si trova a circa 20 kilometri dalla città di Verona e comprende le frazioni di Breonio, Cavalo, Gorgusello, Manune, Mazzurega e Molina.
La valle di Fumane, anche detta “valle dei Progni” per la ricchezza dei corsi d'acqua, è la più occidentale delle valli lessiniche. Molto presente è la coltivazione della vite, insieme a quella dell'olivo e del ciliegio.
Tutto il territorio di Fumane risulta abitato fin dall'epoca preistorica. Numerosi sono i siti che hanno restituito reperti archeologici che vanno dal Paleolitico fino a tutti i secoli XV e XVI. Il Settecento è stato un momento di importante rinnovamento dell'edilizia religiosa.
Il territorio del comune di Fumane offre molte mete di interesse naturalistico, come per esempio, il Parco delle Cascate di Molina. Inaugurato nel luglio del 1973, il Parco si estende su una superficie di circa 150 ettari ed è classificato come “zona di riserva naturale ad indirizzo didattico”. Immersi nel verde di una vegetazione lussureggiante, si trovano splendidi esempi di erosione superficiale delle rocce da parte di corsi d'acqua, che hanno dato origine a cascate, cascatelle, laghetti, grotte e rocce a picco. Completa il fascino e l'interesse del Parco l'annesso Museo Botanico, nel quale sono classificate tutte le specie vegetali del Parco Naturale della Lessinia. Recentemente sono stati restaurati e aperti al pubblico la Malga e il Molin De Lorenzo. Prenotando, è possibile assistere alla produzione del formaggio e alla macina del grano per ricavare la farina.
Il paese di Molina, più in generale, conserva intatte ancora oggi le caratteristiche di un antico borgo medievale, con architetture i pietra della Lessinia occidentale e corti antiche.
Lungo la vecchia strada che da Fumane va verso Molina, nella Val dei Progni, l'archeologo Giovanni Solinas, negli anni Sessanta scoprì quella che oggi è chiamata “Grotta di Fumane”, un sito preistorico abitato dall'Uomo di Neanderthal e dall'Homo sapiens.
La grotta aveva la volta decorata da pitture rosse, delle quali si sono conservati alcuni frammenti, testimonianza dell'arte figurativa della cultura Paleolitico superiore. Tra questi, il più importante raffigura una figura, con sembianze umane, dipinta in ocra rossa miscelata a sola acqua, il cosiddetto “Sciamano”, considerato il reperto di pittura più antico di tutta Europa, risalente a 35.000 anni fa.
Il sito archeologico è stato trasformato in un museo ed è possibile visitarlo su prenotazione.
Di grande rilevanza storica e artistica sono le numerose ville e chiese, che si trovano su tutto il territorio del comune di Fumane.
Tra le più importanti ricordiamo Villa Della Torre, risalente alla metà del XVI secolo. La villa appare concepita e costruita in armonia con l'ambiente, con un architettura a piani scalari, inedita per il territorio veronese. La villa presenta uno schema chiuso con un cortile al centro, attorno al quale si affacciano le varie stanze. I tre cortili erano arricchiti da giochi d'acqua, grotte e fontane.
Si ipotizza che la villa sia opera di Michele Sanmicheli e Giulio Romano, con l'intervento del celebre stuccatore Bartolomeo Ridolfi, collaboratore di Andrea Palladio. Al Ridolfi sono stati attribuiti i meravigliosi e giganteschi camini; mentre al Sanmicheli viene generalmente attribuita la paternità della cappella privata della Villa, che sorge vicino alla torre da cui essa prende il nome.
Il Santuario della Madonna delle Salette fu costruito sul colle che domina Fumane nel 1860, quando il paese era minacciato da un'epidemia di “peronospora”, malattia che attacca i vigneti, distruggendoli. Per scongiurare l'epidemia, gli abitanti fecero voto di costruire sul colle Incisa un santuario dedicato alla Madonna apparsa a La Salette (Francia).
Dal bel piazzale antistante l'edificio si domina l'intera vallata di Fumane e la Valpolicella. Il santuario è raggiungibile dal centro del paese in auto, in bici o a piedi, attraverso sentieri o prendendo una stradina in salita, affiancata da edicole sacre.
Il paese di Grezzana si trova a circa 7 km a nord di Verona. E' uno dei principali centri della zona pedemontana della Valpantena, la valle che dal capoluogo scaligero sale ai Monti Lessini, passando per Poiano, Quinto e Marzana. Il comune di Grezzana comprende le frazioni di Alcenago, Azzago, Lugo, Romagnano, Rosaro e Stallavena.
In tutto il territorio sono state trovate tracce dell'uomo, risalenti al Paleotico inferiore
Cuore del paese è l'antica Pieve di Santa Maria ed Elisabetta, documentata a partire dal 1145. La Chiesa fu ristrutturata nel secondo dopoguerra, perdendo definitivamente la semplice e solenne fisionomia originaria di chiesa romanica. Ad impreziosire la Pieve troviamo oggi altari e si conservano opere di Prospero Schiavi, di Michelangelo Spada, di Felice Brusasorzi e Sante Creara.
Accanto alla chiesa c'è la torre campanaria, datata 1213, la quale mantiene ancora l'originario volto romanico. La base è stata costruita con materiale di reimpiego proveniente da rovine di edifici di età romana.
Oltre che per la produzione vitivinicola, il Comune è noto per la lavorazione e l'estrazione dei marmi, esportati in tutto il mondo. A Lugo di Grezzana ha sede il Consorzio Marmisti Valpantena.
Villa Arvedi, a Grezzana, è la più grande delle ville venete nella provincia di Verona. Sorge su un colle ed è circondata da ulivi secolari e da un bosco di roveri e carpini. La Villa è documentata a partire dal XIII secolo e fu proprietà anche dei Della Scala. Villa Arvedi prende le sue forme attuali intono alla metà del XVII secolo e divine proprietà degli Arvedi nel 1824. La Sala dei Titani e la chiesetta dedicata a San Carlo Borromeo sono interamente affrescati dal pittore francese Louis Dorigny. Altri affreschi sono di Paolo Farinati e Sante Prunati.
Altra villa importante è il cosiddetto “Palazzo Rosso”, per il colore rosso mattone del suo esterno. La villa fu costruita ne l580, per volontà di Ludovico Bevilacqua Lazise. La ricca decorazione pittorica è particolarmente interessante. Gli affreschi furono riportati alla luce ai primi del Novecento, restaurati dal noto pittore veronese Angelo Zamboni, che integrò l'apparato pittorico con soluzioni originali. La parte originaria risale al Cinque e al Seicento.
Sempre a Grezzana, si trova la Chiesa di San Micheletto in Tavigliana. San Micheletto era il luogo di ritrovo dei pastori durante il periodo della transumanza, sia verso i pascoli montani, sia per il ritorno a casa. Nel 1630, durante la peste, la Chiesa fu utilizzata come lazzaretto. È in questo periodo che nasce la Confraternita di San Micheletto, scomparsa in epoca napoleonica. Nel XVIII la struttura viene fissata nelle forme attuali, All'interno della Chiesa si conserva un affresco quattrocentesco di una “Madonna con il Bambino”, incorniciata con marmo rosso. Nonostante oggi si affacci sulla strada, la Chiesa di San Micheletto rimane un luogo di grande fascino e di antiche memorie.
Nella frazione di Stallavena troviamo il Riparo Tagliente e il Riparo Falasco. Il Riparo Tagliente è un sito archeologico scoperto nel 1958, da Francesco Tagliente. Al Paleolitico risalgono alcune strutture abitative, ben conservate, una sepoltura e dei manufatti. Il Riparo Falasco si trova sul versante opposto rispetto al Riparo Tagliente. È un sito sotto roccia, abitato fin dalla preistoria. Oggi il Riparo si presenta come un suggestivo complesso, formato da resti di costruzioni murare, da pareti rocciose e dalla Torre di Falasco, una struttura cilindrica con scala interna che conduceva a un rifugio, utilizzato da banditi nel corso del Seicento.
Il vajo del Paradiso si trova a nord – est di Grezzana; è una valle stretta e profonda di origine fluviale, di grande interesse per geologi, paleontologi e botanici. Diverse sono le testimonianze della storia dell'uomo, sia dalla Preistoria fino all'età Paleocristina. Sono state infatti rinvenuti pitture rupestri e resti di un insediamento protostorico, con specie fossili, animali e vegetali.
Nella località Bellori, grazie all'internvento del Comune di Grezzana, è stata restaurato nel 1981 un antico mulino ad acqua del XVI secolo. Oggi all'interno del mulino ci sono alcuni pannelli che illustrano il metodo di lavorazione dei cereali e la distribuzione dei mulini ad acqua sul territorio. Di particolare effetto sono la grande ruota di legno, le due macine in pietra, l'elevatore e i buratti per setacciare i prodotti della macina.
Il Parco Faunistico Didattico Al Bosco si trova a circa 7 kilometri dal centro di Grezzana, un un'ara protetta immersa nel verse. Nel Settecento sono stati ritrovati resti fossili di elefante, risalenti a più di due milioni di anni fa. Oggi nel Parco è stato ricreato un habitat naturale montano, che ospita centinaia di animali allo stato brado, abituati al contatto con l'uomo, come caprioli, daini, cerci, camosci, cinghiali, volpi, cicogne, istrici, linci e molti altri ancora.
Il Forte di Santa Viola è stato costruito tra il 1904 e il 1913, tra la Valpantena e la Val Squaranto. L'interno complesso, dotato di otto cannoni posto su tutto il perimetro, era anche protetto da un profondo fossato.
Il comune di Illasi dista circa 20 kilometri dalla città di Verona e comprende anche la frazione di Cellore. Il territorio di Illasi è stato abitato fin dall'età preistorica. Nel 2007 è stata scoperta una vasta area sepolcrale, datata fra la fine del III e gli inizi del II millennio a.C. Sono state individuate circa sessanta tombe e al loro interno sono stati trovati dei semplici corredi: perline di pietra e di ceramica, un pomolo di corno di un pugnale e la punta metallica di un pugnale.
L'importanza strategica accordata ad Illasi è confermata dalla decisione di costruire il Castello che ancora svetta sulla collina a dominare il paese. La struttura principale è di epoca pre - scaligera, e non è chiaro quale potente possa avere realizzato un'opera così tecnologicamente avanzata senza lasciare tracce documentali.
Villa Pompei Carlotti si trova sulla piazza principale del paese di Illasi. Venne ampliata tra il 1683 e il 1687 da Giovanni Paolo Pompei. Nel 1700 Alessandro Pompei fece costruire la cappella. All'interno della cappella si trovano oggi le tombe degli ultimi Pompei e di Giulio Carlotti. La struttura riprende la tipologia della villa veneta classica, con il salone centrale e quattro stanze poste lateralmente. Le sale del pian nobile sono interamente affrescate.
Villa Sagramoso Perez Pompei fu costruita nella sua dimensione attuale nel 1737, da un secondo ramo della famiglia Pompei di Villa Pompei Carlotti. Il corpo centrale, a tre piani, ha un portico con cinque archi. L'ala sinistra è la parte più antica del complesso e fu costruita nel 1615. All'interno si trovano ampi saloni, gallerie e stanze decorate da affreschi settecenteschi. Oggi, un giardino all'italiana si trova sul lato destro della villa. Un ampio sentiero, lungo cinque kilometri, all'interno del parco, conduce fino al castello. Lungo il cammino si intravede un fossato che un tempo era un laghetto. Un padiglione vicino al giardino ospitava le serre; oggi è stato trasformato in un ristorante.
Il comune di Lavagno dista circa 15 kilometri dalla città di Verona e comprende le frazioni di San Bricco, San Pietro (sede comunale) e Vago. Nel comune sono stati ritrovati molti reperti archeologici, di epoca pre – romana. Si ipotizza anche un villaggio vicino all'attuale San Bricco, risalente fra il VII e VI secolo a.C. Insediamenti maggiori si sono costituiti in epoca romana, grazie anche alla Via Postumia. Nel Medioevo le alture furono preferite rispetto alla pianura perché facilmente difendibili. Numerose famiglie acquisirono terre nella zona dove costruirono anche le loro ville.
Villa Zannini ha origini Settecentesche e si presenta con un corpo orizzontale nella parte centrale, mentre le aree laterali sono adibite ad abitazione del personale dipendete. L'architettura è elegante, soprattutto nella parte inferiore, con un portone incorniciato. Nel centro del timpano è presente lo stemma araldico della famiglia Da Porto. Il parco tutto attorno conserva anche un'antichissima ghiacciaia.
Villa Castagna, risalente al XII secolo, era un monastero, successivamente abbattuto dai bombardamenti delle guerre; si possono ammirare ancora le scale a chiocciola e l'attuale cantina.
Nel territorio di Lavagno è sempre stata forte la presenza monastica, specialmente nei due secoli passati sotto il Vescovo di Verona. Il complesso più antico è il monastero di San Giuliano di Lepia, che risale al XII secolo.
La Chiesa di San Giacomo di Grigliano è stata costruita alla fine del Trecento e ha uno stile gotico. All'interno sono conservati affreschi eseguiti da un maestro della scuola di Altichiero, forse Martino da Verona. Anche gli arredi sacri sono opere d'arte prodotte in ambito veronese.
Il Forte di San Bricio è stato eretto nel XIX secolo dal Genio militare italiano. Fu costruito su una chiesa del XV secolo. Negli anni passati ospitava il Museo della Cultura Contadina e la Mostra della Preistoria. Il Forte è un edificio trapezoidale, in pietra e laterizio.
Il Comune di Marano di Valpolicella dista circa 18 kilometri dalla città di Verona ed è composto dalle frazioni di Mondrago, Pezza, Prognol, Purano, San Rocco e Valgatara. La valle di Marano è contraddistinta da un dolce paesaggio collinare. I terrazzamenti caratterizzano l'intera area e dispongono in modo ordinato le numerose coltivazioni, seguendo le linee naturali del territorio. Numerosi sono i frutteti (prugni, albicocchi, meli, peri) e i vigneti, questi ultimi di recente impianto e presenti nella fascia più bassa della valle. Nonostante la prevalenza dei coltivi, il paesaggio contempla anche aree boschive.
Monte Castelon è un cocuzzolo isolato, tra le valli di Marano e di Fumane; la sua posizione strategica ne ha fatto un sito privilegiato per gli insediamenti umani dall'Età del Bronzo fino al Medioevo. Il luogo è considerato una delle aree archeologiche più importanti di tutta la Valpolicella. Lungo le pendici occidentali, in località Santa Maria di Minerbe, nel 1835 sono stati scoperti resti di un tempio di epoca romana, dedicato a Minerva, da cui deriva il nome Minerbe. Sulla sommità del monte, si trovano resti di un castello, da qui Castelon, che acquistò importanza grazie alla figura di Federico della Scala. Con ogni probabilità, il castello fu distrutto definitivamente nel 1325, anno in cui Federico cadde in disgrazia.
Nella frazione di San Rocco, in una posizione sopraelevata, si trova l'antica chiesetta di Santa Maria di Minerbe, detta della Valverde. La Chiesetta risale al XII secolo ma la moderna struttura è invece datata 1682. All'interno della Chiesa si trova una statua di legno della “Madonna con Bambino”. L'altare è dedicato invece a Sant'Antonio Abate. Altri altari sono invece dedicati a Maria, San Rocco e alla Passione di Cristo.
Accanto alla Chiesa c'è un ceppo posto dal “Sovrano e Nobilissimo Ordine dello Antico Recioto” (S.N.O.D.A.R.), in memoria dei primi Cavalieri del Recioto, che furono nominati tali da Federico della Scala.
Il Ponte Tibetano si trova nella frazione di Mondrago; è lungo 52 metri e largo 40, e collega la Valpolicella con la Lessinia. È la prima realizzazione del genere in Veneto e tra le poche in tutta Italia. L'opera è stato fortemente voluta dai comuni di Marona e di Sant'Anna d'Alfaedo e dalle Comunità Montane della Lessinia, per riqualificare il territorio e rilanciare il turismo. Il ponte è tenuto da quattro funi portanti, altre quattro funi formano il parapetto. Un grigliato antiscivolo permette la percorrenza del ponte nella massima sicurezza. Inoltre, garantisce la trasparenza dell'interna struttura, limitandone l'impatto visivo. Il ponte è calcolato per una carico massimo di 400 kilogrammi per metro quadrato, si consigli comunque di non superare le 10 persone.
In località Fasanara, nella frazione di Valgatare, si trova Villa Guantieri, uno degli esempi meglio conservati di villa a portico e loggia, con una torre. La villa ha una struttura Quattrocentesca, con un portico a tre arcate, sormontate da un numero doppio di archetti nella loggia. In origine la facciata era completamente affrescata, come dimostrano tracce di un fregio decorato nel sottogronda. La corte interna può essere divisa in due settori. La parte sinistra è composta da un edificio dominicale quattrocentesco: sulla facciata sono ancora visibili i resti di una decorazione pittorica, che originariamente copriva l'intera facciata. Nella parte destra troviamo invece un fabbricato sette – ottocentesco, caratterizzato da eleganti arcate al piano terra e logge al piano nobile.
Il comune di Mezzane di Sotto dista circa 20 kilometri dalla città di Verone e comprende le frazioni di Castagnè e di Mezzane di Sopra. Numerosi reperti archeologici testimoniano le antiche origini del paese, come alcune tombe e corredi funebri, monete, mosaici e frammenti di intonaco. Nei secoli, Mezzane ospitò le dimore estive di numerose famiglie aristocratiche, attratte dalla bellezza dei luoghi, immersi nella natura.
La torre romanica è il simbolo del Comune di Mezzane di Sotto. In origine era il campanile della vecchia pieve, che sorgeva nell'area antistante e risale al XII secolo.
Villa Giuliari Erbice fu costruita in più riprese e in diverse epoche, a partire dal 1653. Nel ‘400 furono costruiti il porticato e la torretta. L'edificio padronale è invece del XVI secolo e conserva in un salone al piano terra un affresco di Paolo Farinati. Alla villa apparteneva anche l'oratorio di Sant'Anna, in stile neogotico.
Villa Della Torre sorge su un edificio preesistente e fu fissata nelle sue forme attuali nel corso del XVI secolo. L'edificio conserva uno straordinario ciclo di affreschi allegorici e mitologici, opera di Paolo Farinati e dei figli Orazio e Gianbattista, su commissione di Alvise della Torre. Di particolare pregio sono anche gli stucchi di Bartolomeo Ridolfi. All'esterno si trova un giardino, l'orto botanico, i resti di una limonaia e una grande pesciera.
Villa Maffei Benini è oggi sede dell'amministrazione comunale. È un'elegante costruzione del primo Settecento, fatta costruire dal Conte Carlo Maffei, nel 1706. All'interno la villa è decorata con bellissimi paesaggi affrescati dal veronese Andrea Porta. Nel giardino troviamo molte statue e una magnolia secolare.
La Chiesa di Santa Maria Assunta sorge in posizione elevata con la facciata in stile gotico. Fu costruita tra 1871 e il 1889. All'interno si conservano dipinti di Antonio Girola, Claudio Ridolfi, Giovanni Caliari e una “Beata Vergine in Trono con Santi Paolo e Caternia”, opera del celebre pittore veronese Girolamo Dai Libri.
La frazione di Mezzane di Sopra è un centro sicuramente abitato fin dalla preistoria: frequenti sono stati i rinvenimenti di manufatti e resti pietrificati di vari mammiferi, come l'orso delle caverne, conservati al Museo di Scienze Naturali di Verona. Sono ancora presenti i ruderi di due castelli medioevali. Del 1353 è un'immagine della “Beata Vergine col Figlio” in un capitello in via San Fermo, commissionata da un tale domino Alemanus.
La Chiesa dei Santi Fermo e Rustico risale al XV secolo. Fu ampliata nel 1766, anno della costruzione dell'attuale campanile. All'interno della Chiesa troviamo opere di Agostino Ugolini, Orazione Farinati, Sante Prunati; è presente anche un fonte battesimale, di forma ottagonale, in marmo rosso, risalente al 1493, opera di Bartolomeo da Massa, compromesso da un rovinoso restauro del XVIII secolo.
Il Capitello di San Vincenzo Ferrari è stato eretto nel 1897 e custodisce in una nicchia la statua del santo titolare.
Il comune di Montecchia di Crosara dista 40 kilometri dalla città di Verona e comprende numerose frazioni tra cui Albàre, Castello, Grumolo, Meggiano e Tolotti. L'intero territorio di Montecchia è solcato dalle acque dell'Alpone, un torrente che scende da Bolca e sbocca nell'Adige. La presenza dell'uomo in questi luoghi è testimoniata a partire dall'epoca romana, grazie al ritrovamento di alcune iscrizioni. Alla fine del X secolo, il territorio divenne feudo dei signori di Padova e Vicenza, per poi passare nel XII secolo agli Scaligeri. Montecchia fu poi dominata dai Visconti di Milano e dalla Repubblica di Venezia, divenendo comune autonomo nel 1745.
La Chiesa di San Salvatore si trova nella frazione di Castello, sulla sommità di un colle. La Chiesa fu costruita nel XI secolo, con una pianta a croce e tre absidi. Nei secoli successivi fu soggetta e numerosi interventi. La facciata e la tettoia chiusa sul lato nord risalgono al XIX secolo. La Chiesa oggi ha una navata unica, con due absidi affacciati sulla navata. All'interno di una cripta sul lato nord, ci sono numerosi affreschi, eseguiti tra il XIV e il XVI secolo. Sotto il portico si trova un'ara votiva, di epoca romana, dedicata a Marte. Dello stesso periodo sono i capitelli delle quattro colonne della cripta.
Il comune di Negrar dista circa 15 kilometri dalla città di Verona e comprende le frazioni di Arbizzano, Fane, Mazzano, Montecchio, Prun, San Peretto, San Vito, Santa Maria, Torne e varie località minori. Il suo territorio si estende nella parte più orientale della Valpolicella e si unisce a nord con i Monti Lessini. Il paese di Negrar è sempre stato un'importante via di comunicazione tra la zona bassa della Valpolicella e l'alta Lessinia occidentale. La presenza dell'uomo è attestata fin dalla preistoria, con i numerosi “castellieri”, villaggi fortificati d'altura risalenti all'età del rame e del bronzo.
Nella località Novare, si trova Villa Mosconi Bertani. La villa fu costruita nel primo Settecento, su commissione dell'allora proprietario Gaetano Fattori, che cedette la villa ai Mosconi nel 1759. Il salone centrale ha un soffitto molto alto, che comprende entrambi i piani della villa ed è decorato con numerosi affreschi allegorici. Tutto attorno è presente un ampio vigneto.
Una Villa Romana è stata rinvenuta nel podere Le Tre Corteselle, in località Villa di Negrar. Nel 1922 furono trovati alcuni frammenti di pavimentazione, che permisero di individuare quattro ambienti, tre dei quali aperti su un portico a nord. Nel 1987, durante alcuni lavori agricoli, furono rinvenuti ancora i resti di una pavimentazione a mosaico del III secolo. Alcuni reperti sono oggi conservati presso i Musei Civici di Verona.
Il giardino Poiega di Villa Guerrieri Rizzardi fu realizzato tra il 1783 e il 1796, su progetto dell'architetto Luigi Tezza, commissionato dal conte Antonio Rizzardi. Il giardino è strutturato da tre percorsi paralleli, che si uniscono in un viale di cipressi, culminanti nel Belvedere. Nel giardino troviamo anche un boschetto con un Tempio circolare, il Ninfeo, il Giardino segreto, il Laghetto ovale, il Parterre e il Teatro verde. Durante la stagione estiva, il Teatro verde è sede di spettacoli. I diversi percorsi, sono animati da statue con soggetti mitologici.
La Chiesa di San Marco al Pozzo, un tempo intitolata a Santo Stefano, è stata modificata molte volte, tra il XII e il XVIII. La facciata a campana ha uno stile romanico ed è costruita in tufo e pietra di Prun. Al suo interno si trovano alcuni affreschi, databili tra il XII e il XV secolo, e due tele, un “San Marco Evangelista” del primo Seicento e una “Pietà” della prima metà del Settecento. L'apertura al pubblico è assicurata dal comune di Negrar, previa prenotazione.
Nella frazione di Prun, si trovano delle cave a cielo aperto o scavate in galleria, con cunicoli e grotte. La lavorazione è stata abbandonata introno agli anni Cinquanta e oggi costituiscono un luogo di grande suggestione. L'utilizzazione più antica della “Pietra di Prun” o “Pietra della Lessinia” risale all'età del ferro ed è legata alla costruzione dei castellieri, delle capanne saldamente recintata, costruiti sulle dorsali dei Monti Lessini.
Al confine col comune di Negrar, il comune di Sant'Anna d'Alfaedo ospita il famoso Ponte di Veja, il più imponente e maestoso monumento geologico dell'intera Lessinia. Si tratta di un gigantesco arco naturale, formatosi grazie all'evoluzione di un'originaria caverna carsica, detta “covolo”. Secondo le ipotesi più accreditate, il Ponte costituiva l'ingresso di una grotta, sopra la quale scorreva una torrente, che formava una cascata. Molto lentamente, l'acqua sarebbe entrata nella caverna, scavandone la parte interne e lasciando solo il grande arco di pietra rosso ammonitico. Il cedimento risalirebbe a circa 100 mila anni fa. Ai lati della base del ponte, si trovano due grotte abitate in epoca preistorica. I reperti rinvenuti all'interno risalgono al Paleolitico e sono oggi conservati nel Museo Paleontologico e Preistorico di Sant'Anna d'Alfaedo. Il sito è profondamente legato alla cultura italiana: secondo la tradizione, Dante Alighieri vi ha tratto ispirazione per l'ottavo cerchio dell'Inferno ed è stato rappresentato anche negli affreschi della Camera degli Sposi in Palazzo Ducale a Mantova di Andrea Mantegna. L'area, su suolo pubblico, è percorribile attraverso alcuni sentieri tracciati ed è da considerarsi metà diurna perché mancano delle luminarie.
Il comune di Pescantina dista circa 20 kilometri dalla città di Verona e comprende le frazioni di Arcè, Balconi, Ospedaletto, Santa Lucia e Settimo. Numerose sono le testimonianze di epoca romana, mentre mancano quelle di epoca preistorica. Alcuni esempi romani sono epigrafi latine, il coperchio di un sarcofago con scene di caccia, un'ara con putti alati, strumenti sacrificali e un frammento militare noto come “militare di Arbizzano”. Nel Medioevo il territorio fu caratterizzato da un susseguirsi di influenze e conflitti, fino alla dominazione della Serenissima, che porto un periodo di tranquillità sociale.
La Chiesa di San Lorenzo è un'opera del Settecento, in stile neoclassico – barocco. Nel 1145 la cappella dipende da San Floriano e nel 1450 divenne Pieve, per poi diventare parrocchia nel 1600. La sua forma attuale si deve a un progetto di Alessandro Pompei del 1753. L'interno è arricchito da numerose tele del XVIII secolo. Il campanile è alto più di 80 metri e è stato costruito nella prima metà del 1800, su disegno di Giuseppe Barbieri. Sul alto est, rimangono i resti della pieve medioevale.
Il Museo Etnografico di Pescantina, chiamato “Lavoro e tradizioni lungo il fiume Adige”, contiene oggetti e documenti originali, fotografie, modelli in scala ed è allestito nella pieve romanica di San Lorenzo. Il Museo presenta le testimonianze di un mondo legato al fiume Adige, ormai scomparso con i cambiamenti dell'economia locale.
Villa Quaranta si trova nella frazione di Ospedaletto. È stata costruita verso la metà del XVII secolo ed è immersa in uno splendido giardino all'italiana. La villa ha due piani e presenta un'architettura, con linee essenziali. In corrispondenza del piano nobile si trova una loggia centrale a tre archi. Le pareti interne alle villa sono abbellite con decorazioni murali. Una scala marmorea porta al piano superiore dove si trovano la Loggia dell'Angelo, che offre una magnifica vista sul parco, e il Salone delle Arti, affrescato con motivi campestri.
Villa Bertoldi, nella frazione di Settimo, risale al 1600 e conserva la struttura caratteristica delle ville venete, con un ampio giardino. La scala interna e la vasta sala d'ingresso, sono decorate con quattro grandi tele con paesaggi di Andrea Porta. Di fronte alla cappella, dedicata a Sant'Antonio, si trova un'edicola votiva dedicata alla Madonna Addolorata. Importante è anche la biblioteca della villa, che conserva volumi rari del Seicento e del Settecento.
Il Monumento agli ex internati è un'opera dell'architetto Mirko Vucetich, costruito nel 1966 presso la stazione ferroviaria di Balconi. È un monumento per ricordare i caduti nei Lager nazisti e tutti i reduci che furono accolti e ospitati nel territorio dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il monumento è composto da una scala in pietra, a cinque gradini, che avvicinano il visitatore all'intreccio di filo spinato e alle mani imploranti, sui due lati della costruzione. Al centro, è collocata un'alta croce, di filo spinato, con un basamento di marmo rosso di Verona. A fianco del monumento, è stato collocato un vagone ferroviario, con fotografie e documenti sul rientro in Itala dei deportati dopo la prigionia nei lager.
San Martino Buon Albergo dista appena 5 kilometri dalla città di Verona e comprende le frazioni di Case Nuove, Casette, Marcellise, Mambrotta e Ferrazze. Si cita San Martino come agglomerato urbano già nell'anno 1146. Come centro era però già noto in epoca romana, come provano alcune lopidi del I secolo d.C., rivenute in diversi punti del paese. Il paese non ha una sua storia indipendente, perché è strettamente legato alla storia della vicina Verona. Fu solo nel 1146 che San Martino Buon Albergo si staccò da Verona, per arrivare al 1927 con l'annessione dei suoi territori attuali.
Villa Girasole si trova a Mezzavilla, nella frazione di Marcellise. La Villa venne costruita tra il 1929 e il 1935, su un progetto di Angelo Invernizzi. È un edificio moderno, che ruota con un movimento di 360°, seguendo praticamente il percorso del sole, illuminando l'interno con la maggior luce naturale possibile. La Villa si trova all'interno di un parco con viali alberati, prati, filari di cipressi e una piscina. Sempre nel parco sono raccolti dei reperti archeologici di epoca romana.
La Chiesa di Mercellise dipendeva inizialmente dalla vicina pieve di Lavagno. La notizia più antica sulla Chiesa di Marcellise risale al 1306. La Chiesa conserva numerose tele dipinte da Giovanni Battista CAliari, che riproducono opere di altri artisti famosi, come “L'incontro di Gesù con la madre sul Calvario” di Raffaello o le sante “Apollonia e Lucia” di Giovanni Caroto. Nel primo altare di destra troviamo una grande tela, che raffigura un miracolo di Sant'Antonio da Padova.
Villa d'Acquarone, detta la Musella, è diventata residenza nobiliare tra il 1654 e il 1709 della famiglia veronese dei Muselli, dalla quale prende il nome. Dal 1506 l'edificio viene ristrutturato e ampliato. La villa attuale sorge attorno a un cortile quadrato, con quattro corpi di stile diverso. A nord della villa, ci sono i grandi saloni affrescati tra il 1686 e la fine del XVII secolo. Attorno alla villa si trova un giardino del Seicento, che termina sul belvedere, con una serie di statue ornamentali. La sala più importante è quella centrale, detta “Salone dei Venti”, che sul soffitto presenta scene mitologiche di divinità dell'aria, della terra e del mare. La cappella è affrescata con i miracoli di Sant'Antonio di Padova.
Il comune di San Mauro di Saline dista circa 35 kilometri dalla città di Verona e comprende le frazioni di Saline e Taveronole. San Mauro è un paese ricco di storia, d'arte, di leggende e vanta un'antica tradizione d'arte popolare. San Mauro, il santo patrono, fu eletto vescovo di Verone nel 612 e pare che si sia ritirato in questi luoghi a vita eremitica. Secondo una leggenda, durante un periodo di siccità, egli avrebbe fatto sgorgare l'acqua dalle rocce. Il nome “Saline” potrebbe dipendere dal fatto che il paese, nell'antichità, era centro di deposito del sale.
Le case si concentrano attorno alla chiesa parrocchiale, di origine ottocentesca, che conserva al suo interno dipinti dell'udinese Rocco Pittacoe e del veronese Agostino Pegrassi.
La Chiesa di San Mauro o San Moro, in realtà dedicata a San Leonardo di Limoges, si trova poco distante dal paese, in una posizione panoramica privilegiata, circondata da una rigogliosa pineta. Risalente al periodo romanico, la Chiesa prende le sue forme attuali intorno al 1388. Sopra il portale d'ingresso, si trova un affresco di una “Madonna della Misericordia, col Bambino e devoti”. La chiesa ha tre navate e tre absidi. L'interno, diviso da arcate gotiche, custodiva un prezioso polittico di legno, risalente al XVI secolo e trafugato al notte del ottobre 15 ottobre 1967. La Chiesa conserva oggi un affresco di particolare valore storico – artistico, del XVI secolo. Nel cortile davanti alla Chiesa, si trova un obelisco in pietra, sormontato da una croce in ferro battuto, del 1746. Addossata alla parente, si trova una stele del 1531.
La Fonte miracolosa si trova a nord – est della Chiesa parrocchiale; è una semplice e modesta costruzione, tipica della Lessinia, che accoglie la sorgente che la tradizione riconosce quella del miracolo di San Mauro.
Il comune di San Pietro in Cariano dista circa 15 kilometri dalla città di Verona e comprende le frazioni di Bure, Castelrotto, Corrubbio di Negarine, Pedemonte e San Floriano. La zona di San Pietro in Cariano è ricca di testimonianze risalenti all'età romana. Resti di abitazioni rustiche sono state rinvenute a San Floriano, a Castelrotto e in località Quar. Con i romani si hanno anche le prime testimonianze della coltivazione della vite.
La Pieve di San Floriano è nominata per la prima volta in un documento del 905, anche se l'edificio attuale risale al XII secolo. La Pieve è sorta probabilmente sopra un'antica pieve longobarda. È considerata l'edificio più bello del periodo romanico in Valpolicella. La Chiesa è composta con tre navate; la facciata è tutto in tufo, con conci regolari. L'interno è stato rimaneggiato nel Settecento, come anche l'attuale zona absidale. Vicino alla Chiesa, sul lato Nord, sorgo un campanile a base quadrata dalla struttura composita.
Villa Pullè Galtarossa fu costruita nella seconda metà del Seicento. Pietro Monga, proprietario della villa dal 1830, arricchì la villa con numerosi reperti archeologici, come pezzi lapidari nel muro di cinta della villa e della cappella. L'entrata del palazzo si trova dopo un maestoso viale di cipressi. La villa è composta da un corpo centrale, con due ali staccate. All'interno del palazzo, si conservano alcuni ritratti e anche sei paesaggi si Andrea Porta. Giacomo Galtarossa comprò la Villa nel 1929 – 1930 e iniziò a recuperare il complesso.
Villa Giona Fagioli è databile attorno al 1504, grazie a una data trovata su un cippo rinvenuto nel parco. L'edificio subì una trasformazione tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo. L'interno è ricco di stampe antiche; è presente anche una preziosa biblioteca, con moltissimi libri rari. Il palazzo è fiancheggiato da due rustici, in origine staccati, che terminano con due colombare. Il parco attorno alla Villa è ricco di fontane e statue; un percorso all'interno del giardino porta all'antica ghiacciai, al laghetto, al ponticello sul ruscello e al leccio secolare.
Villa Santa Sofia si trova sulla vecchia strada che da Parona porta a Pedemonte. La Villa ha origine Cinquecentesche. È legata al nome di Andrea Palladio, che la disegnò su commissione di Marcantonio Serego. La costruzione sembra iniziata tra il 1561 e il 1564 e conclusa attorno al 1590. La Villa è su due piani, caratterizzati entrambi con un unico ordine di colonne. L'edificio è circondato da un parco, ricco di piante ornamentali. Prima della Villa, esisteva un palazzo Trecentesco di notevoli dimensioni, di proprietà degli Scaligeri. La chiesetta annessa alla Villa conserva degli affreschi dell'inizio del Trecento.
Villa Costanza porta il nome della fondatrice, Costanza Caldera di Bergamo, dell'ordine religioso le Pie Madri della Negrizia, che è proprietario della Villa dal 1953. Le strutture oggi visibili risalgono ai primi decenni del Seicento. Le finestre del piano nobile sono rettangoli, mentre il centro della facciata è decorato con tre finestroni, decorati da una religiosa dell'istituto. Il cortile è chiuso da un muretto, dove ci sono sei state mitologiche. All'interno del cortile si trova una pozzo, del 1623. All'interno del palazzo ci sono due vasti saloni, uno dei quali è decorato con affreschi del veronese Paolo Ligozzi. Del giardino antico rimane la fontana e una grotta artificiale.
Il comune di Sant'Ambrogio di Valpolicella sorge al confine tra Valpolicella e la Valdadige e comprende le frazioni di Domegliara, Gargagnago, Monte, Ponton e San Giorgio di Valpolicella.
Numerosi sono i ritrovamenti di sepolture, di iscrizioni e di resti di abitazioni di età romana. Nel 1984 è stato scoperto in Borgo Aleardi un correndo funerario del I secolo d.C, oggi conservato presso il Nucleo Operativo di Verona della Soprintendenza Archeologica del Veneto. Più recente è la scoperta di una domus romana nei pressi della chiesa parrocchiale.
Sant'Ambrogio è un centro rinomato per i suoi vini e per i suoi marmi pregiati.
La produzione vitivinicola è favorita dalle particolari condizioni climatiche e risale al V secolo a. C. Le numerose cantine presenti nel territorio continuano questa tradizione millenaria, confezionando prodotti di primo livello, distribuiti su scala internazionale.
I marmi di Sant'Ambrogio sono esportati in tutto il mondo, tra i quali spicca il famoso Rosso Verona. Già in epoca romana la zona era nota per le attività legate all'estrazione e alla lavorazione dei calcari veronesi, che hanno reso questo paese un rinomato centro industriale. Segni di questa tradizione sono, ad esempio, le antiche cave (preàre) sul colle della Grola e in località Coali a San Giorgio. Si pensa, inoltre, che i materiali lapidei impiegati per la costruzione dell'Arena di Verona provengano, in buona parte, da Cavarena di Sotto a Gargagnago. Con i marmi ambrosiani sono stati realizzati molti altri monumenti del centro storico di Verona, come la Fontana di Madonna Verona di Piazza delle Erbe.
Il Comune ha, inoltre, ospitato dal 1961 al 1992 la fiera mondiale Marmomacchine, ora trasferita nel polo fieristico di Verona.
Nella piazza principale, sulla cima di una bellissima scalinata di marmo, si trova il Palazzo del Comune. Lungo la scalinata si trovano alcune statue: alla base ci sono due leoni stilofori, i guardiani della piazza, mentre al centro si trova il Monumento allo Scalpellino, realizzato in Rosso Verona, opera dello scultore Ante Marinovic. Il Palazzo del Comune presenta un corpo centrale, con due aree laterali simmetriche. L'interno edificio è percorso, nella parte superiore, da un fregio dipinto, dove, al suo interno, sono rappresentate le frazioni e le principali ville della zona. Nella facciata centrale è invece rappresentata la filiera produttiva del marmo. Inoltre, su una delle facciate esterne, è anche presente un affresco di grande valore, databile al XIV-XV secolo, che rappresenta la Madonna che allatta il Bambino.
Villa Brenzoni Bassani, a partire dal 1960, è proprietà del Comune di Sant'Ambrogio e si trova all'interno del quartiere fieristico. Il complesso è frutto di una serie di interventi susseguitisi nel tempo, a partire dal XIII secolo e l'attuale aspetto si deve a una ristrutturazione in chiave neoclassica da parte di Chiarastella Brenzoni Volpini attorno al 1805. Paolo Brenzoni, nipote di Chiarastella, ha fondato per lascito testamentale la Scuola d'Arte di Sant'Ambrogio.
Villa Nichesola Mocenigo, risalente al XVI secolo, subì una radicale trasformazione nel tardo Cinquecento grazie a Fabio Nichesola, proprietario della villa. La mancanza di un corpo emergente in altezza allontana la villa dalla tradizione delle ville venete. Secondo la testimonianza di Scipione Maffei, la villa era coperta dentro e fuori da affreschi di Paolo Farinati; della decorazione esterna non rimane però molto. Ben evidenti sono invece gli affreschi che decorano le sale della Villa.
Villa Serego Alighieri è costituita da una serie di corpi staccati, padiglioni, cortiletti e logge di epoche e stili diversi. Pietro I, figlio del poeta Dante, già nel 1353 acquisto il primo appezzamento, l'attuale Casal dei Ronchi. Le sale del complesso principale sono interamente decorate da stucchi, stemmi, mosaici, affreschi settecenteschi che raffigurano statue di divinità e finti spazi architettonici. Del complesso fa parte anche una cappella dedicata alla Vergine costruita nel 1637, che conserva una “Madonna col Bambino”, attribuita a Liberale da Verona.
La Chiesetta di San Zeno in Poia sorge sul colle della Grola e mantiene intatta esternamente la sua struttura originaria romanica, costruita in calcare rosa. L'interno ha un'unica navata, con abside semicircolare e conserva resti di affreschi medioevali, tra i quali un “San Zeno” e un “San Giorgio a cavallo”.
Dietro la chiesa di Gargagnago, ha inizio il percorso della salute. Il sentiero attrezzato, meta ideale per gli amanti del fitness all'aria aperta, è immerso nel versa e sale fino all'antico Borgo di San Giorgio di Valpolicella.
Il borgo di San Giorgio è entrato nel novebre 2015 nel “Club dei Borghi più Belli d'Italia”. E' considerato il luogo più ricco d'iscrizioni romane non solo della Valpolicella, ma forse dell'intera provincia di Verona; molti sono conservati in musei e collezioni private, tra cui il Museo Maffeiano e il Museo Archeologico del Teatro Romano a Verona. L'antica Pieve di San Giorgio è di origine barbarico – romana ed è sorta, probabilmente, nei pressi di un tempio pagano. La pieve è suddivisa in tre navate, con absidi su entrambi i lati brevi. Nella Chiesa si conservano alcuni dipinti di valore storico – artistico, come una “Resurrezione di Cristo”, attribuita a Palma il Giovane e il “Martirio di San Giorgio” del pittore Lanceni. Il campanile e il chiostro risalgono al XII secolo. Di particolare interesse sono i capitelli delle colonne del chiostro, lavorate in forme diverse e scolpite con motivi animali e vegetali.
Vicino alla pieve, si trova il Museo Lapidario e Archeologico: raccoglie reperti che documentano la storia del luogo dal paleolitico all'età paleocristiana.
Il Cipresso di Pietra è un monumento particolarmente caro agli abitanti del luogo. È stato eretto nel 1929 in memoria di un tragico evento, accaduto negli anni precedenti: nella sera del 6 giugno 1927, un camion carico di massi con a bordo 13 scalpellini si rovesciò nella curva di Fontana Vecia a San Giorgio e precipitò nella scarpata, 11 dei giovani morino. Le pietre sul camion furono utilizzate per la costruzione del monumento.
Il comune di Tregnago dista circa 30 kilometri dalla città di Verona e comprende le frazioni di Centro, Cogollo, Finetti, Marcemigo, Rancani e Scorgnano.
I ritrovamenti archeologici attestano la presenza dell'uomo fin dalla preistoria. Sono stati trovati anche numerosi reperti di età romana, tra cui un piccolo lare in bronzo, che risale al I secolo a.C. Nel primo Medioevo, la pieve di San Martino divenne centro di raccolta per la popolazione cristiana dell'alta valle. Sempre nel Medioevo, fu costruito a un castello – fortezza, che rappresentava la salvezza degli abitanti in caso di attacco, ancora oggi esistente. Tra il XI e il XII secolo, la famiglia degli Ezzelini si stabilì nella frazione di Cogollo, acquistando numerose proprietà.
La Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta fu costruita nel 1878, dopo la caduta dell'antica campanile. Sorge sulla precedente chiesa di Santa Maria Assunta. La Chiesa attuale è stata inaugurata nel 1922, dopo essere stata ampliata. Lo stile è romanico, con tre navate e un soffitto a volta. Dell'antica Pieve rimangono solo il protiro, che si trova sulla facciata della chiesa della Disciplina, e il battistero ottagonale in marmo rosso, che risale al 1438, commissionato dall'allora arciprete Jacopo Rubeo.
Il Legato Casaro è un edificio che risale al tardo Medioevo, noto anche come “casa di don Marino”, dal nome di un sacerdote del Novecento. I Casari erano una famiglia importante di Tregnago, nota soprattutto, a partire dal Quattrocento, per la propensione a commissionare altari per le Chiese locali. La casa fu donata, con lascito testamentario, nel 1630 al comune di Tregnago, da don Francesco Casari. Recente ristrutturato, il Legato Casaro è divento sede di alcune associazioni del paese. Il giardino attorno è diventato oggi un parco giochi dedicato a Papa Giovanni Paolo II.
Il Castello di Tregnago si trova su un colle ad est del paese e fu costruito tra l'XI e il XII secolo, sui resti di un'antica fortificazione romana. Del castello, rimangono solo pochi resti, tra cui la torre pentagonale e la torre dell'orologio, sulla quale è visibile un affresco del XIV secolo, di una Madonna con Bambino e una figura in ginocchio.
Il comune di Verona si trova nella regione Veneto, nel nord Italia. La città veronese ha origini romane; dell'epoca troviamo moltissime testimonianze, come appunto, la famosa Arena, anfiteatro costruito per volere dell'imperatore Vespasiano, nel I secolo d.C.
La città è nota anche come luogo della tragedia di Romeo e Giulietta, opera di Shakespeare. Verona è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, per la sua struttura urbana e per la sua architettura, che integra elementi artistici di qualità dei diversi periodi che si sono succeduti.
Questo sito web utilizza cookie tecnici per assicurare una migliore esperienza di navigazione;
oltre ai cookie di natura tecnica sono utilizzati anche cookie di terze parti.
Per saperne di più e conoscere i cookie utilizzati accedi alla pagina
Cookie.
Se prosegui nella navigazione di questo sito acconsenti all'utilizzo dei cookie.